Grazia Lodeserto

Nostos – Settembre 1989

 

Nostos” si ispira alla pubblicazione “Leporano: guida turistica”e rappresenta la sintesi di una esperienza culturale rilevante  e il risultato di una dedizione, di una passione ricca di talento che ha conferito all’arte un tono eletto creando una melodia di richiami e di segni di primo ordine.

 

Il talento di Grazia Lo deserto onora la nostra terra, arricchendola di una forte voce interiore e, al tempo stesso, la rende orgogliosa e fiera. Sono sempre gli uomini che dispongono della natura, ma appartiene a pochi conferirle l’impronta della distinzione.

 

L’arte della Lo deserto incontra un’altra vocazione del territorio, quella turistica e culturale, e si inserisce nella problematica del progresso con la speranza di contribuire a rendere oggetto di confronto una vocazione che, lungi dall’esame chiassoso e baloccato, possa divenire a dimensione d’uomo.

 

In questa ottica  sentiamo  dover conferire a questa opportunità il senso, forte e intenso,  che prende l’uomo ad ogni ritorno alla propria terra, alla casa natia.

 

Nostos”, ovvero il ritorno in patria, amplifica il concetto di casa e lo fonde con la   terra d’origine, con la propria patria. Ritornare a casa è sempre un momento di profonda soddisfazione in quanto permette di ritrovare se stessi, il proprio ambiente e la consapevolezza di aver acquisito facoltà interpretative, chiavi di lettura e maggiore sicurezza nell’affrontare le vecchie problematiche; a casa si ritorna quasi sempre migliorati. Questa è esperienza, attitudine, talento che diviene vera arte in termini di preciso riferimento per la gente.

 

Nostos” non rappresenta una meta, ma certamente un grosso traguardo che Grazia Lo deserto ha raggiunto dopo aver percorso i sentieri impervi dell’interpretazione simbolica, ermetica e psicologica di scrupolosi pensatori dell’ultimo secolo (Joyce, Orwell, Baudelaire e Yeats) che hanno certamente contribuito a conferire una impronta che lei ha sviluppato in colori finalizzati al progresso della civiltà.

 

Nelle percezioni veniamo solitamente stimolati dalla gente che emuliamo e che, per motivi diversi, creano feelings inconsci che ci catturano.

 

Grazia Lodeserto è stata attratta dall’uomo ed è riuscita a dare forma sensibile ai valori umani, andando prima ad evidenziare le cose, poi l’ambiente, la natura e quindi l’ermetismo simbolico dell’uomo stesso  che pone sotto lo sguardo dolce di fanciulla, quello bello di ragazza, e quello saggio della donna in un momento di esaltazione, ma anche di sicurezza e di protezione.

 

Grazia Lodeserto riesce, così, a fondere i nostri dubbi e chiarire il noto con l’ignoto in una benefica armonia di promozione umana. Ritorna alla sua patria artistica (Leporano le ha conferito il primo premio Sant’Emidio nel 1966 – sindaco la Sig.ra Agata Papa che ha inaugurato la vetrina) in una occasione di incontri, ma anche di sentimenti ritrovati, interpretando la “Leporano – Guida turistica” e conferendo ad essa quel vivere propositivo e culturale che ha motivato la stessa guida.

L’arte della pittura si affianca all’arte espositiva, delle immagini e della tradizione di Leporano e dell’intero arco ionico. Noi creiamo l’arte e allo stesso tempo l’arte crea noi. Non serve solo guardar, è necessario osservare!

 

Leporano è presente sulle tele della Lo deserto in tutta la sua interezza: nel suo passato di cose e di uomini, come nel suo presente profondamente diversificato. E’ presente nel suo modo di essere stato agglomerato agricolo, semplice, quasi monofamiliare; è presente nella caratteristica dominante di passate civiltà che si ripresentano in forme spinte di liberalismo individuale. Si rivive il passato nelle forme semplici di vita che rispecchiano la semplicità psicologica: il gallo, gli animali domestici, le tipiche farfalle, la campagna, il mare, i pescatori “che mai cantano pur se in petto serbano l’urlo dei venti e le strida improvvise dei gabbiani” (scrive Michele Pastore), la donna saggia e madre in assoluto. Si rivive il presente con la giovane turista, col bagno di mezzanotte, con gli ameni luoghi in un rapporto concetto – immagine – introspezione. L’omaggio a Leporano  è un omaggio all’uomo e alla sua città che viene esplorata negli elementi e nelle forme concettualmente propositive. Ecco quindi l’infanzia, la bellezza, il fascino, la esperienza, la maturità. Essere impressionati significa avere diretto contatto con il soggetto che la nostra artista riesce ad osservare nella sua totalità e quindi riuscire a trasformare il concetto in idea reale. In questo senso la pittura della Lo deserto ci offre uno stimolo visivo diretto e i colori vanno osservati seguendo in parallelo il pensiero, l’idea, il concetto. Persino le ombre sembrano brillare di luce propria: il primo piano, realistico e naturale, non contrasta né con le  ombre stesse, né con lo sfondo in un susseguirsi di tonalità senza preconcetti. Qualche volta il colore può anche apparire inventato, ma questo rappresenta soltanto l’esigenza di ricercare il gusto esatto per cui l’applicazione cromatica diviene definizione della realtà. A noi la libertà di osservazione, la soggettiva fruibilità delle opere e la capacità di interpretarle in un rapporto uomo –ambiente – arte.

 

 

1.      “Leporano – Guida turistica” di Angelo Scialpi, pubblicata dalla Pro.Loco di Leporano nel 1989.

2.      Agata Papa, sindaco di Leporano dal 1965 al 1970